Magari ti sei convinto, dopo aver letto questo.
È finita così? Certo che no.
Resta da fare una cosa importantissima, forse la più importante in assoluto, cioè formalizzare l’accordo per iscritto e soprattutto renderlo pubblico attraverso la registrazione all’Agenzia Entrate. Come sai il Fisco si aspetta che tu paghi le tasse sull’importo indicato nel contratto registrato, quindi se lo riduci dovresti farglielo sapere, non credi?
Questo nel tuo interesse, naturalmente, in modo da dover pagare su quanto effettivamente incassato, cioè meno del previsto. Quindi, che si fa?
Mettere nero su bianco l’accordo raggiunto
Si mette nero su bianco l’accordo raggiunto scrivendo:
- Che l’affitto si riduce da X a Y
- Che questa variazione dura DA …. A …..
L’indicazione del periodo è importante e ti permette di ritornare a regime una volta scaduto questo termine.
In tal modo tu e il tuo inquilino potete affrontare periodi di difficoltà economica o tamponare una improvvisa situazione di emergenza, al termine della quale tornare alle pattuizioni indicate nel contratto. Oppure, se necessario, firmare un nuovo accordo di riduzione canone per il periodo successivo.
Registrare la scrittura all’Agenzia delle Entrate
La scrittura si registra presso l’Agenzia Entrate senza alcun costo (almeno ad oggi) quindi a maggior ragione ti conviene procedere per gradi, concedendo la riduzione per un periodo di tempo ragionevolmente limitato, prorogabile ove necessario.
Un ultimo consiglio.
Statisticamente la richiesta di riduzione canone è più frequente per i contratti non abitativi, per i quali come sai non vige il regime fiscale della cedolare secca; per questi contratti è necessario versare annualmente l’imposta di registro, pagata anticipatamente in percentuale sul canone della futura annualità. Per questo motivo, se puoi, ti consiglio di agganciare la scadenza del periodo di riduzione del canone alla scadenza dell’annualità contrattuale, per semplificarti la vita quando dovrai calcolare l’imposta di registro sull’intera annualità.
Nessun problema invece per i contratti in cedolare secca, per i quali non c’è da versare alcuna imposta di registro, a meno che tu non decida di tornare al regime Irpef. Se pensi che potrebbe succedere – conosci la tua situazione reddituale e quindi puoi valutare le probabilità che ciò accada – tieni a mente il consiglio anche tu.
La riduzione del canone è una faccenda abbastanza semplice da gestire e non nasconde particolari insidie, purché tu scriva tutto correttamente con chiarezza, in modo da non lasciare dubbi nell’interpretazione.
Preferisci avere un aiuto a gestire la situazione, per non commettere errori che potrebbero farti rimettere dei soldi? Contattami, posso occuparmene io.